Pronti, partenza, via!


Hundreds of swimmers take part in the "TIl 16 febbraio scorso, nel Partito democratico, abbiamo eletto il nuovo segretario per il Lazio e l’assemblea regionale. Sono stata eletta anche io (insieme a molti altri!), e domenica prossima parteciperò alla prima riunione dell’assemblea, convocata con un ordine del giorno pubblicato qui
E’ la prima volta che sono eletta in un organismo di questo tipo e non so bene cosa mi aspetta. Quando ho accettato di candidarmi, a sostegno di Fabio Melilli, mi sono detta che, alla peggio, avrei usato questa esperienza per capire meglio come funziona il partito, e gettare un po’ di luce su meccanismi e strutture che ho sempre trovato un po’ opachi.
Quindi, eccomi qua. Le elezioni ci sono state, la prima assemblea è convocata ed è arrivato il momento di passare dai propositi ai fatti.
Prima le informazioni, per i non addetti ai lavori. L’ordine del giorno riguarda, come prevedibile  la proclamazione dei risultati, nonché l’elezione del presidente dell’Assemblea, del Tesoriere, della Direzione regionale e della Commissione di Garanzia.
A leggere lo Statuto (qui),  è chiaro che in questa riunione serve a completare la definizione di quelli che sono gli organi statutari del PD Lazio, ovvero:  
 
  • il Segretario (Fabio Mellili, eletto direttamente, il 16 febbraio scorso, da iscritti ed elettori),
  • l’Assemblea (composta da me e altri 199 candidati, eletti sempre durante le primarie del 16 febbraio in liste bloccate e collegate ai candidati),
  • la Direzione regionale, composta da un massimo 120 persone (che verranno elette domenica dall’assemblea, con metodo proporzionale) e integrata da tutta una serie di membri di diritto (alcuni di natura politico-partitica – presidente assemblea ecc. – altri di natura politico-amministrativa: sindaci, consiglieri regionali  ecc. ecc.).
  • il Presidente (eletto con voto palese dall’assemblea. La presidente uscente credo fosse Marta Leonori – candidata sconfitta da Gasbarra alle scorse primarie e rivelatasi poi non particolarmente incisiva),
  • il Tesoriere  e la commissione di garanzia (eletti sempre dall’assemblea, domenica).
Il segretario è poi affiancato da una Segreteria. un organo collegiale non elettivo ma nominato dal segretario stesso, e composto da un max di 15 persone (da statuto, non so se saranno di meno). La composizione delle segreteria deve essere comunicata alla Direzione (non all’assemblea), quindi immagino non se ne parlerà domenica.
E ora le riflessioni, che forse andrebbero fatte dopo (ma io sono una che ha fretta e quindi mi butto, e poi in caso mi correggerò). Dato che domenica eleggeremo sia il presidente che la commissione di garanzia (i cui membri sono proposti dal presidente), mi sembra abbastanza chiaro che ci riuniremo sostanzialmente per ratificare decisioni già prese, e la cosa non mi scandalizza (un organo di 200 membri non può essere operativo, e non nei tempi di una riunione).
Tuttavia, un po’ di cose sembrano essere realmente cambiate e io mi auguro che Fabio Melilli (che – devo dire – mi convince) abbia un approccio realmente innovativo alla gestione del PD Lazio.
Sarebbe utile, per esempio, che i membri dell’assemblea venissero usati per il valore che hanno (ovvero per le loro competenze individuali e la capillarità dei loro rapporti con il territorio) non solo per formare le solite commissioni o gruppi di lavoro, ma per creare finalmente una rete di coordinamento e confronto fra il centro e i circoli diffusi sul territorio. Quei circoli di cui tutti parlano ma che di fatto sono tagliati fuori dalla elaborazione politica regionale e nazionale.
Il momento complesso che viviamo lo richiede, gli strumenti ci sono, lo spirito – mi sembra – anche. Vedremo.

Primarie parlamentari: la politica dei numeri e quella del consenso


Le considerazioni che si possono fare su queste primarie per i parlamentari del PD sono tante e diverse, almeno quanto è diversa l’Italia in cui si sono svolte.

Fra desiderio di partecipazione…

Indubbiamente, in molte città e paesi italiani le primarie sono state un’occasione per mobilitare coscienze, idee, consenso, entusiasmo. Ne è un bellissimo esempio la mobilitazione quasi spontanea che si è mossa a favore di Roberto Giachetti, un parlamentare stimato ma privo di un reale radicamento sul territorio che ha combattuto una battaglia “a mani nude” il cui esito, nel momento in cui scrivo, non mi è ancora noto e che Roberto descrive con parole bellissime qui. Lo è anche, credo, il risultato di Mara Valdinosi a Cesena, ottenuto anche grazie al sostegno generoso di un deputato, Sandro Gozi, che proprio per il suo profilo nazionale ed europeo e i tempi brevissimi lasciati da una tardiva definizione delle regole ha preferito non partecipare e si è messo lealmente al fianco di una forza nuova. Personalmente, poi, sono anche molto contenta del risultato di Paolo Coppola, l’assessore comunale  che è dietro al bellissimo e impegnativo progetto di Open Muncipio di Udine.

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e vecchia politica

Diversa la situazione nel paese in cui vivo, dove invece le primarie sono state una riedizione di scene già viste: scelte di politica nazionale calate dall’alto, sostanzialmente nessun dibattito preelettorale, tradizionale distribuzione di “santini” che molto spesso gli elettori si sono portati fin dentro il seggio (quando non li hanno addirittura ingenuamente presentati al banco di registrazione), iscritti che non erano neanche informati delle elezioni.

L’evento più interessante è stato probabilmente l’accordo, abbastanza inedito, fra alcuni esponenti politici locali (altrimenti stimabili, però amicus Plato sed magis amica veritas)  sui nomi di due candidati, che pur essendo probabilmente privi di grande affinità culturale o programmatica, hanno il pregio (condiviso da molti di noi!) di essere un uomo e una donna. E così, una norma con finalità positive, come quella della doppia prefenza di genere, si è trovata di fatto svuotata di significato e utilizzata per fare cartello, creando “sinergie” e cumulando “consensi” personali, per ottenere dei vantaggi che, nella mia ingenuità, mi sfuggono totalmente, ma che immagino esistano.

risultatiL’operazione ha ottenuto un risultato numerico che immagino soddisfacente. La politica dei numeri, quella che si conta e pesa ad ogni occasione, è soddisfatta. Quella delle idee e del consenso, dei progetti e della scelta consapevole sicuramente molto meno.  Ci resta la consolazione, non da poco, di non aver contribuito a quello che probabilmente sarà un contestatissimo inserimento in lista di ex-consiglieri regionali, sperando che non sia un risultato casuale.

Un processo da migliorare

Si poteva fare meglio o diversamente? Nell’immediato credo onestamente di no. In un paese in cui l’attività politica praticamente non esiste, in cui ci si mobilita (in tutti i partiti, non solo il PD) solo in occasione dei confronti elettorali, in cui prevale tradizionalmente una politica dei numeri e non del consenso informato, le cose non potevano andare diversamente. Non in queste primarie, soprattutto non nei tempi in cui sono state organizzate.

Si potrà fare meglio in futuro? Credo sia auspicabile. Non solo perché il voto senza scelta responsabile e informata non ha alcun senso, ma anche perché solo così potremo sperare di  mobilitare le tante energie della società civile che a questo gioco del “vota come ti dico io e poi lascia fare a me”non sono interessate e non intendono partecipare.

PS: Roberto Giachetti ce l’ha fatta.