Sindrome dell’Aventino, rottamazione selettiva e altri pessimismi


aventino2Disclaimer: Questo è un post della serie “Assemblea PD Lazio”, e quindi dedicato agli amanti del genere.

Venerdì 21 marzo ho partecipato alla seconda riunione dell’Assemblea del PD Lazio, uscita dalle primarie regionali del 16 febbraio scorso.

L’obiettivo della seduta era di concludere le formalità legate all’insediamento della nuova dirigenza, interrotte dai problemi insorti durante la prima riunione, e quindi come da Statuto procedere all’elezione della direzione, della commissione di garanzia e del tesoriere.

L’assemblea è iniziata con l’intervento di Marco Guglielmo, uno dei tre candidati alla segreteria regionale, che ci ha spiegato la sua decisione di non partecipare ai lavori dell’assemblea fintanto che la situazione — a suo avviso illegittima — che si è creata con l’elezione di un presidente estraneo all’assemblea non sarà chiarita.

In buona sostanza — ci ha spiegato — il gruppo degli eletti nelle sue liste ha già cominciato a lavorare, ha tantissime idee e progetti, ma per il momento si autosospende e non parteciperà ai lavori (ha però indicato i nominativi della sua “quota” da inserire nella direzione). Inutile dire che trovo tutto questo molto aventiniano, spero che Guglielmo e i suoi abbiano un ruolo più stimolante in futuro (e in verità ci conto), ma per il momento si lavora così.

Fabio Melilli ha nuovamente risposto alle obiezioni relative all’elezione del Presidente, tralasciando però di dire l’unica cosa che, a mio modo di vedere, avrebbe tagliato la testa al toro, ovvero spiegare perché la candidatura di Liliana Mannocchi merita di essere sostenuta a prescindere dalla sua appartenenza o meno all’assemblea. So di avere delle pretese ingenue, però se l’obiezione sollevata dalle minoranze è, come credo e come Melilli deve pensare, pretestuosa, allora l’unica risposta di cambiamento possibile è una spiegazione della scelta nel merito, uscendo dalla palude dell’applicazione formale delle regole.

Non è successo, e me ne dispiace. Nel suo intervento Melilli si è anche riproposto di attribuire un ruolo più attivo all’assemblea, promuovendo una sua maggiore partecipazione all’elaborazione politica (non so se in chiave consultiva o propositiva, ma non lo ha chiarito).

Avere “un’assemblea che lavora” (l’espressione è di Agatino Grillo) mi sembra indispensabile, anche in un’ottica di un maggiore coinvolgimento dei circoli e degli elettori, e dato che questo obiettivo coincide con un’idea che ho da tempo (e che ho espresso qui), ho deciso insieme ad Agatino e altri eletti di presentare una proposta precisa su come raggiungerlo. Suggerimenti benvenuti.

Dulcis in fundo, i membri della direzione e della commissione di garanzia del PD Lazio sono elencati qui. Sono 68 e in questa lista è compreso Stefano Pedica, un politico italiano dalla carriera variopinta e movimentata che sinceramente non mi aspettavo di ritrovare.

Che dire, chiaramente la rottamazione del PD riguarda (a fatica) i suoi dirigenti, ma non si applica a quelli degli altri partiti che confluiscono indisturbati al suo interno.  Non è una buona cosa.

Pronti, partenza, via!


Hundreds of swimmers take part in the "TIl 16 febbraio scorso, nel Partito democratico, abbiamo eletto il nuovo segretario per il Lazio e l’assemblea regionale. Sono stata eletta anche io (insieme a molti altri!), e domenica prossima parteciperò alla prima riunione dell’assemblea, convocata con un ordine del giorno pubblicato qui
E’ la prima volta che sono eletta in un organismo di questo tipo e non so bene cosa mi aspetta. Quando ho accettato di candidarmi, a sostegno di Fabio Melilli, mi sono detta che, alla peggio, avrei usato questa esperienza per capire meglio come funziona il partito, e gettare un po’ di luce su meccanismi e strutture che ho sempre trovato un po’ opachi.
Quindi, eccomi qua. Le elezioni ci sono state, la prima assemblea è convocata ed è arrivato il momento di passare dai propositi ai fatti.
Prima le informazioni, per i non addetti ai lavori. L’ordine del giorno riguarda, come prevedibile  la proclamazione dei risultati, nonché l’elezione del presidente dell’Assemblea, del Tesoriere, della Direzione regionale e della Commissione di Garanzia.
A leggere lo Statuto (qui),  è chiaro che in questa riunione serve a completare la definizione di quelli che sono gli organi statutari del PD Lazio, ovvero:  
 
  • il Segretario (Fabio Mellili, eletto direttamente, il 16 febbraio scorso, da iscritti ed elettori),
  • l’Assemblea (composta da me e altri 199 candidati, eletti sempre durante le primarie del 16 febbraio in liste bloccate e collegate ai candidati),
  • la Direzione regionale, composta da un massimo 120 persone (che verranno elette domenica dall’assemblea, con metodo proporzionale) e integrata da tutta una serie di membri di diritto (alcuni di natura politico-partitica – presidente assemblea ecc. – altri di natura politico-amministrativa: sindaci, consiglieri regionali  ecc. ecc.).
  • il Presidente (eletto con voto palese dall’assemblea. La presidente uscente credo fosse Marta Leonori – candidata sconfitta da Gasbarra alle scorse primarie e rivelatasi poi non particolarmente incisiva),
  • il Tesoriere  e la commissione di garanzia (eletti sempre dall’assemblea, domenica).
Il segretario è poi affiancato da una Segreteria. un organo collegiale non elettivo ma nominato dal segretario stesso, e composto da un max di 15 persone (da statuto, non so se saranno di meno). La composizione delle segreteria deve essere comunicata alla Direzione (non all’assemblea), quindi immagino non se ne parlerà domenica.
E ora le riflessioni, che forse andrebbero fatte dopo (ma io sono una che ha fretta e quindi mi butto, e poi in caso mi correggerò). Dato che domenica eleggeremo sia il presidente che la commissione di garanzia (i cui membri sono proposti dal presidente), mi sembra abbastanza chiaro che ci riuniremo sostanzialmente per ratificare decisioni già prese, e la cosa non mi scandalizza (un organo di 200 membri non può essere operativo, e non nei tempi di una riunione).
Tuttavia, un po’ di cose sembrano essere realmente cambiate e io mi auguro che Fabio Melilli (che – devo dire – mi convince) abbia un approccio realmente innovativo alla gestione del PD Lazio.
Sarebbe utile, per esempio, che i membri dell’assemblea venissero usati per il valore che hanno (ovvero per le loro competenze individuali e la capillarità dei loro rapporti con il territorio) non solo per formare le solite commissioni o gruppi di lavoro, ma per creare finalmente una rete di coordinamento e confronto fra il centro e i circoli diffusi sul territorio. Quei circoli di cui tutti parlano ma che di fatto sono tagliati fuori dalla elaborazione politica regionale e nazionale.
Il momento complesso che viviamo lo richiede, gli strumenti ci sono, lo spirito – mi sembra – anche. Vedremo.